di Giuseppe Ragnatela
La serie Report Card è concepita per monitorare e comparare i risultati dei paesi a reddito medio-alto nell’assicurare il rispetto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
La Report Card 11, curata dal centro di Ricerca UNICEF di Firenze, rappresenta il più recente quadro di riferimento disponibile relativo al benessere dell’infanzia e dell’adolescenza in 29 delle economie più avanzate al mondo.
Sono state prese in considerazione cinque aree della vita dei bambini:
- benessere materiale
- salute e sicurezza
- istruzione
- comportamenti e rischicondizioni abitative e ambientali.
Per ogni area sono stati considerati due o tre fattori, a loro volta valutati sulla base di indicatori, per un totale di 26 indicatori comparabili a livello internazionale (i dati disponibili sono del 2009-2010).
La classifica è aperta dall’Olanda, unico Paese che rimane fra le prime cinque posizioni in tutti e cinque gli ambiti. I posti successivi sono occupati da Paesi nordici (Norvegia, Islanda, Finlandia e Svezia), mentre la coda della classifica vede, a partire dal fondo, Romania, Lettonia, Lituania e Stati Uniti. L’Italia è ventiduesima, collocandosi nella metà inferiore della graduatoria insieme con altri tre Paesi dell’Europa meridionale (Portogallo, Spagna e Grecia).
Il fatto che la Repubblica Ceca preceda l’Austria, così come la Slovenia il Canada e il Portogallo gli Stati Uniti, sembra indicare la mancanza di una correlazione forte tra PIL pro capite e benessere generale infantile.
Concentrandosi sull’Italia e guardando le aree generali, la posizione migliore è nel campo comportamenti e rischi (decima), la peggiore in quello istruzione (venticinquesima), mentre si colloca al ventitreesimo posto per il benessere materiale, al diciassettesimo per salute e sicurezza, e al ventunesimo per condizioni abitative e ambientali.
I risultati dello studio sono riassunti nella tabella sottostante.
Gli autori dello studio pur sottolineando lo sforzo di valutare diversi fattori per avere il quadro più oggettivo e comparabile possibile, affermano che “la misurazione e il confronto del grado di benessere infantile a livello internazionale è un esercizio imperfetto che presenta limiti e lacune notevoli”. Mancano in questo studio i dati di molti altri aspetti, dalla qualità di cura dei genitori alla qualità dell’istruzione, dalla salute mentale ed emotiva dei bambini all’esposizione a violenza domestica, e così via.
Il benessere materiale è stato valutato attraverso i seguenti indicatori di deprivazione:
- Tasso di povertà infantile relativa (percentuale di bambini e adolescenti che vive in famiglie con reddito equivalente inferiore al 50% della mediana nazionale)
- Divario di povertà infantile (distanza tra la soglia di povertà nazionale e il reddito mediano dei nuclei familiari al di sotto della soglia di povertà)
- Indice di deprivazione infantile (percentuale di bambini priva di specifici indicatori di benessere)
- Scala della ricchezza delle famiglie (percentuale di bambini che afferma che la propria famiglia dispone di ricchezze limitate)
La Finlandia è il solo paese con un tasso di povertà infantile relativa inferiore al 5% e guida la graduatoria con un evidente margine di oltre due punti percentuali. Quattro paesi dell’Europa meridionale, ovvero Grecia, Italia, Portogallo e Spagna, presentano tassi di povertà infantile superiori al 15% (insieme a Lettonia, Lituania, Romania e Stati Uniti).
Migliore la posizione dell’Italia sul versante salute e sicurezza, dove, collocandosi al diciassettesimo posto, registra complessivamente un bilancio, seppur di poco, positivo rispetto alla media dei 29 Paesi.
Gli indicatori utilizzati per l’area salute e sicurezza sono:
- Tasso di mortalità dei lattanti (numero di decessi sotto i 12 mesi di età su 1.000 nati vivi)
- Tasso di nascite sottopeso (percentuale di bambini nati con un peso inferiore ai 2.500 grammi)
- Tasso di vaccinazione nazionale (copertura vaccinale media contro morbillo, poliomielite e difterite-pertosse-tetano (DPT) per bambini tra i 12 e i 23 mesi di età)
- Tasso di mortalità infantile e giovanile (numero di decessi su 100.000 individui di età compresa tra 1 e 19 anni)
L’Italia si trova nel primo terzo di classifica nell’ambito del tasso di mortalità dei lattanti, scivola nel terzo medio nelle nascite sottopeso e nel terzo inferiore per i tassi di vaccinazione, anche se è da notare come tali tassi siano inferiori al 90 per cento solo in Austria, Canada e Danimarca. Infine, risale al terzo medio per i tassi di mortalità infantile e adolescenziale.
Il benessere del sistema scolastico è stato valutato considerando i seguenti indicatori:
- Tasso di partecipazione alla scuola dell’infanzia (percentuale di bambini tra i 4 anni e l’inizio della scuola dell’obbligo iscritti alla scuola dell’infanzia)
- Tasso di partecipazione a forme di istruzione superiore (percentuale di giovani tra i 15 e i 19 anni di età iscritti a istituti superiori)
- Tasso di NEET – Not in Education, Employment or Training - (percentuale di giovani tra i 15 e i 19 anni di età che non studia, non segue una formazione, né lavora)
- Punteggio medio nei test PISA in lettura, matematica e scienze.
Qui l’Italia, nel grafico complessivo, ottiene un risultato decisamente negativo rispetto alla media, migliore solo, nell’ordine, di Spagna, Stati Uniti, Grecia e Romania. Ai vertici si trovano invece Paesi Bassi, Belgio, Germania e Finlandia, con punteggi significativamente superiori alla media. La performance dell’Italia è particolarmente negativa nel tasso di NEET .
Numerosi gli indicatori che compongono l’area comportamenti e rischi, suddivisa in tre categorie:
- Alimentazione e esercizio fisico: Percentuale di bambini in sovrappeso, Percentuale di chi fa colazione ogni giorno, Percentuale di chi consuma quotidianamente frutta, Percentuale di chi svolge esercizio fisico
- Comportamenti a rischio: tasso di fertilità adolescenziale, fumo, consumo di alcool e di cannabis
- Esposizione alla violenza: scontri fisici, atti di bullismo subiti
Le posizioni molto negative dell’Italia nell’esercizio fisico (qui siamo ultimi) sono compensate dalle buone posizioni nella fertilità adolescenziale, nel consumo di alcol e negli atti di bullismo subiti (qui siamo i più virtuosi).
Le condizioni abitative e ambientali sono misurate attraverso i seguenti indicatori:
- Stanze per persona
- Percentuale di nuclei familiari con bambini che segnalano più di un problema relativo alle condizioni abitative
- Tasso di omicidi (numero annuo di omicidi per 100.000 abitanti)
- Inquinamento atmosferico (PM10 annuo [μg/m3])
L’Italia, che si trova complessivamente nella parte bassa della classifica, occupa il quart’ultimo posto nell’inquinamento atmosferico.
http://www.saluteinternazionale.info/wp-content/uploads/2014/01/Report_Card_11.pdf