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Giuseppe Ragnatela

In occasione  della “Giornata in ricordo della Schiavitù e della sua Abolizione” che si celebra il 23 agosto, l’organizzazione ”Save the Chidren” ha diffuso il rapporto intitolato “Piccoli schiavi invisibili” , che focalizza l’attenzione sul fenomeno dello sfruttamento dei minori .

Questo dossier si basa su rapporti e documenti prodotti recentemente sul tema della tratta e dello sfruttamento e su informazioni ottenute attraverso un’indagine qualitativa svolta da Save the Children nel corso del 2013 (gennaio-luglio) in collaborazione con numerosi enti ed associazioni.

Il settore dello sfruttamento non conosce crisi e vede incrementare i guadagni e i numeri delle vittime.  Si stima che le vittime di sfruttamento nel mondo siano 20,9 milioni: una percentuale  consistente è vittima di tratta: donne, uomini e bambini sradicati dai paesi di origine per essere sfruttate.

Le principali forme di sfruttamento sono quello sessuale (62 %) e lavorativo (25%) , ma sono registrate anche altre forme di sfruttamento come accattonaggio forzato , attività illegali, espianto di organi.

In Europa risultano oltre 9.500 nel 2010 le vittime accertate e presunte di sfruttamento, di cui il 15% minori (il 12% ragazze ed il 3% da ragazzi), con un incremento pari al 18% nel triennio 2008-2010.

L'Italia non solo non è immune da questo fenomeno ma è il Paese dove è stato segnalato il maggior numero di vittime, pari a quasi 2.400 nel 2010  -  ovvero quasi un terzo di tutti gli sfruttati in Europa - con un calo rispetto alle 2.421 del 2009 ma un notevole aumento rispetto alle 1.624 del 2008.

L'aspetto più grave e urgente riguarda lo sfruttamento dei minori: le cifre ufficiali sono solo la punta di un iceberg e pertanto il fenomeno è largamente sottostimato. Si tratta di sfruttamento sia sessuale che lavorativo.  Le principali vittime della prostituzione, tra i minorenni, sono le ragazze: provengono dall'Europa dell'Est o da alcuni paesi africani, sono figlie di famiglie molto povere o disfunzionali - violenza o alcool - oppure provengono dagli orfanotrofi e sono schiave di chi le ha portate in Italia. Spesso contraggono debiti ingenti, fino a 50 mila euro. Esiste anche il fenomeno della prostituzione dei giovani maschi: nella Sicilia orientale, nelle Marche e Abruzzo e in alcuni territori della Campania e del Lazio è stata segnalata la presenza del fenomeno di prostituzione tra minori di origine rom e minori del Maghreb e dell'Africa Subsahariana.  A Napoli, i minori di origine rom (sia maschi che femmine) sono spesso contemporaneamente vittime di diverse forme di sfruttamento: sessuale, accattonaggio, economie illegali.

Ma c'è anche lo sfruttamento lavorativo, altrettanto invisibile, che vede vittime soprattutto i ragazzi cinesi e egiziani, ma ci sono anche ragazzi italiani. Si stima siano 30 mila. Vengono sfruttati soprattutto nel commercio, frutterie, bar, panifici, mercati generali.

Un fenomeno del tutto peculiare è quello dei minori in transito : nella nostra realtà si tratta di minori provenienti prevalentemente dall’Afghanistan.

In genere arrivano via mare e sostano soltanto per una breve periodo nel nostro paese,per poi riprendere il cammino verso il Nord Europa, la meta tanto attesa e finale di un lunghissimo viaggio iniziato in Afganistan o Iran e gestito da trafficanti .Lungo il viaggio i ragazzi afgani si fermano per lavorare e guadagnare i soldi necessari al prosieguo del tragitto. Mesi, a volte anni, di permanenza  in Turchia o Grecia, dove fanno lavori come domestici, muratori, sarti, tessitori di tappeti, in condizioni prossime alla schiavitù. Talvolta si prostituiscono. In Italia al momento non risultano evidenze di un loro sfruttamento ma il rischio che esso si verifichi è reale ed è dovuto alle condizioni di “invisibilità” in cui transitano per non compromettere il loro progetto migratorio.

Per tutelare le vittime e contrastare il fenomeno dello sfruttamento e della tratta è necessario lavorare almeno su tre ambiti: l'emersione del fenomeno, l'immediata presa in carico e l'assistenza. E’indispensabile rafforzare le reti di protezione e le azioni di contrasto, intensificare gli interventi delle istituzioni e allo stesso tempo fare crescere la consapevolezza civica su questa realtà. E’ auspicabile un forte coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti, le forze dell’ordine, i servizi sociali, le reti delle organizzazioni non profit. Una particolare attenzione,infine,va inoltre dedicata alla prevenzione del fenomeno, anche attraverso accordi con i paesi di origine per contrastare le reti criminali che gestiscono i traffici e mettere in guardia le potenziali vittime circa i rischi cui vanno incontro.

Giuseppe Ragnatela

La versione integrale di “I piccoli schiavi invisibili 2013” è scaricabile dal seguente link:http://risorse.savethechildren.it/