Giuseppe Ragnatela
Oggi tutti i documenti internazionali affermano il diritto al gioco del bambino che viene proclamato come bisogno prevalente e vitale dell'infanzia, motivato da esigenze e implicazioni di ordine fisiologico, psichico, spirituale e sociale. Come pediatri e come genitori ci auguriamo che l’attenzione verso le esigenze del mondo dell'infanzia determini un adeguato e pratico impegno sociale e politico in termini di creazione di spazi e di infrastrutture sempre più consoni alle richieste ludiche dei bambini.Il gioco, per un bambino, rappresenta un’occasione per
fare esperienze significative per la sua crescita favorendo l’apprendimento e la capacità di mettersi in relazione con l’altro. Il momento del gioco è uno stimolo perla fantasia e la creatività. L’esperienza fondamentale del gioco insegna al bambino ad avere fiducia nelle proprie capacità, gli permette di conoscersi, di scoprire se stesso e di sviluppare l’intera personalità.I genitori sono presenti solo in modo marginale nell’universo del gioco dei ragazzi: spesso sono “spettatorie controllori” mentre poche volte condividono il gioco con i propri figli. I risultati della ricerca presentatiin questo articolo invitano i genitori a ripensare il rapporto con i figli e con il gioco nell’ottica di una condivisione relazionale dell’esperienza. Essi, innanzi tutto, devono trovare il tempo da dedicare al gioco dei loro figli, per dare loro l'opportunità di misurare e sviluppare le proprie risorse e le proprie potenzialità. Del resto i bambini reagiscono con entusiasmo alla disponibilità dei genitori a giocare con loro: lo scoprire che possano mostrare interesse e che possano coinvolgersi in un'attività da loro considerata seria, è motivo di grande felicità ed è un modo che consente loro di rafforzare il senso di sicurezza e protezione.