Influenza e gravidanza
Giorgio Conforti, Genova
“……Ma il pediatra può influire anche sulla salute delle future mamme in modo significativo?Ergo, possiamo avere un ruolo anche in altre età del bambino ancor prima di nascere?”
In effetti per il Pediatra quando un bambino nasce, in realtà si dovrebbe dire che quel suo nuovo paziente ha già circa 9 mesi, stante,aldilà degli aspetti etici anche laici oltre che religiosi, lo stretto nesso causale fra una gravidanza (se non addirittura in pre concepimento) ottimale e la salute del nascituro a essa conseguente.
Questa considerazione porta con sé conseguenze a vari livelli di prevenzione, dall’assunzione di acido folico nel pre- alla lotta al fumo passivo o all’uso di alcool nel post concepimento ma anche in campo infettivologico il Pediatra puo’ contribuire a rafforzare raccomandazioni già in essere da parte del medico curante o del ginecologo, oppure addirittura essere lui stesso il promotore di azioni di prevenzione non ancora in atto, il tutto piu’ facile a farsi se la mamma si trovasse in una seconda gestazione.
L’idea che una gestante non possa vaccinarsi è da sfatare, almeno per alcuni tipi di vaccino, e quello antiinfluenzale,a virus ucciso, è fra questi.
L’innocuità sostanziale della vaccinazione la fa rientrare nelle raccomandazioni ministeriali del nostro Paese come di molti altri, stante l’evidenza di rischi significativi di complicazioni respiratorie fra le gravide rispetto alla popolazione femminile di pari età corrispondente.
Infatti in letteratura questo dato di un maggior rischio è evidente da anni e purtroppo passa spesso ignorato dai curanti.
Una pubblicazione comparsa sul MMRW dei CDC americani riferisce di 17 ricoveri di donne incinte in unità intensiva nella città di New York durante l’epidemia da H1N1 del 2009 con due decessi,un bambino morto e uno deceduto in utero.
Per alcune di queste pazienti il ritardo diagnostico avvenuto a domicilio e la conseguente non tempestiva terapia possono aver contribuito al peggioramento clinico fatale descritto anche a carico del neonato.
Da qui la raccomandazione delle autorità americane alla vaccinazione routinaria delle gestanti che nel 2010 ha raggiunto circa il 50% , e l’osservazione che se queste donne sono abituate a vaccinarsi regolarmente, a maggior ragione lo faranno da gravide, ma se così non fosse allora è proprio la raccomandazione o meno del proprio medico a convincere le riluttanti o chi non è mai stata raggiunta da una informazione corretta.
Infine puo’ essere ulteriore stimolo per il Pediatra a affrontare questo discorso con la mamma nuovamente incinta, il dato che la sua avvenuta vaccinazione protegge se stessa ma anche nel
neonato permangono titoli anticorpali proteggenti per i virus A sia H1n1 che H3N2 per almeno 4 mesi.
E’ il classico esempio con cui si può affermare che si prendono 2 piccioni con una fava o “buchi una, ne proteggi due”