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Un recente studio australiano (*) riporta che solo il 60% dei bambini di età prescolare ha una alimentazione sufficientemente varia. Fin qui, nulla di particolarmente nuovo: sappiamo bene che una buona parte dei bambini piccoli non riesce a mangiare di tutto e alcuni tra loro hanno una vera dieta selettiva in grado di esporli a rischi concreti di carenze nutrizionali.

Negli ultimi anni, stimare la varietà nell’alimentazione di un bambino è divenuto un obiettivo fondamentale nella valutazione dello stato nutrizionale, al pari degli altri parametri noti da tempo (es. quantità e qualità del cibi).

La novità principale di questo lavoro è nella metodologia: gli Autori, per valutare la varietà della dieta di un bambino di età 1-3 anni, hanno utilizzato un semplicissimo score proposto dalla Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2021 che finora è stato poco utilizzato: il DDS (Diet Diversity Score)(potremmo anche chiamarlo Indice di Varietà). In pratica tutti i cibi esistenti vengono suddivisi in 8 gruppi (vedi Tabella) e si è definito che per coprire le necessità nutrizionali bisogna assumere regolarmente cibi provenienti da almeno 5 gruppi. Per chi volesse recuperare il documento originale dell’OMS e non si spaventa di un documento di oltre 100 pagine in cui il DDS è nascosto bene ecco il link https://www.who.int/publications/i/item/9789240018389.

La forza di questo indice è che può essere compilato direttamente dal genitore in piena autonomia. Nel nostro contesto di lavoro (Pediatria di Famiglia) proporre ai genitori di un bambino di età 1-3 anni questo strumento come mezzo di screening può davvero rivelarsi utile per orientare il nostro intervento educativo dove sembra più necessario.

 

A questo punto abbiamo tutti un po’ di considerazioni da fare:

  • Semplice, vero? Forse troppo, soprattutto per gli Esperti di Nutrizione che magari storcono un po’ il naso. Ma la semplicità deve sempre pagare un prezzo alla precisione, ci sta. In alternativa ci sarebbero i noti strumenti per una indagine nutrizionale (recall 24 ore, diario alimentare, ecc.) che hanno a loro volta dei limiti e che sono veramente affidabili solo in mano ad esperti (es. dietista, nutrizionista).
  • Il minimo di 5 su 8 gruppi è un criterio accettabile, ma meglio ovviamente se più di 5 o addirittura tutti e 8!
  • Il latte materno costituisce da solo il gruppo 1; nel caso di un bambino che a questa età non assume più latte materno il massimo raggiungibile è 7, segnale che la sua dieta è comunque molto varia.
  • L’OMS dedica un gruppo a parte (il 7) ai cibi contenenti vitamina A per la sua frequente carenza in Paesi in via di sviluppo (ma non solo).
  • Come funziona questo indice in caso di bambini con patologia o in famiglie che seguono esclusioni alimentari? Dipende. Ad esempio, nel caso di allergia alle proteine del latte vaccino manca sicuramente il gruppo 2 ma gli altri gruppi sono salvi, in caso di dieta per allergia alimentare multipla invece assicurare la varietà potrebbe essere un problema. Se il bambino segue una dieta latto-uovo-vegetariana manca il gruppo 5, in caso invece di dieta vegana mancherebbero il 2, il 5 e il 6 e quindi si può arrivare a 5 gruppi solo se ancora presente il latte materno. In alcuni casi quindi bisogna indagare ulteriormente o supplementare le carenze specifiche.
  • Consumare regolarmente un gruppo di cibi cosa vuol dire? Qui il documento OMS è lacunoso. Non credo si intenda tutti i giorni (non avrebbe senso il consumo di uova quotidiano, ad esempio) ma immagino si intenda un consumo non occasionale di un gruppo di alimenti su una base plurigiornaliera.
  • Sapere se un determinato alimento è un cereale, un tubero o una radice è spesso poco noto, ma per fortuna sono accorpati nello stesso gruppo 3.

Paolo Brambilla

 

*Iyer, A.et Al.. Feeding Practices, Parent Perceptions, and Diet Diversity in a Sample of Children Aged 0–5 Years from Western Sydney, Australia: A Mixed Methods Study. Nutrients 2024,16,198.

https://doi.org/10.3390/nu16020198

 

Tabella. Gli 8 gruppi di alimenti secondo l’OMS

1

Latte materno

2

Latte vaccino e derivati

3

Cereali, radici e tuberi

4

Legumi, semi, frutta secca

5

carne, pesce, salumi

6

Uova

7

Frutta e verdura contenente vitamina A (es. carota, zucca, peperone rosso, patata dolce, albicocca, papaya, mango, pesca)

8

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