Saper fare

Servizi territoriali/ospedalieri e medici delle cure primarie a Trento ai tempi del coronavirus

A cura di Pier Luigi Tucci

Ai primi di Marzo, visto quanto sancito dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e la rapida evoluzione del contesto epidemiologico è stato ritenuto necessario, secondo quanto stabilito  dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, applicare una specifica  procedura operativa per la prenotazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e la gestione degli utenti già prenotati.

In particolare per le nuove prenotazioni sarebbe stata garantita la continuità di diagnosi e cura per gli utenti che presentano condizioni di elevata priorità clinica, sia per quelli che dispongono di richieste (ricette SSN) di visite e prestazioni con priorità RAO A e RAO B che sarebbero stati prenotati come di norma attualmente, sia  per gli utenti già prenotati, in lista con priorità RAO A e RAO B, che sarebbero stati anche eventualmente contattati telefonicamente dalle rispettive strutture locali, in base all’organizzazione locale, per ulteriore valutazione o modifica di data ed orario di appuntamento, considerata la necessità di ridurre lo spostamento dei cittadini.

Questa impostazione ha richiesto, oltre alle evidenti modifiche organizzative legate alle altre classi di priorità, una necessità condivisa da specialisti ospedalieri e medici delle cure primarie di trovare delle modalità relazionali definite che permettessero un secondo parere specialistico in grado di aiutare i curanti nelle scelte decisionali in primis per la gestione domiciliare di malattie croniche, ma anche per poter ridurre al massimo la richiesta di prestazioni specialistiche non giustificate nei tempi e nelle modalità di applicazione dei codici di priorità.

È stato quindi realizzato un documento informativo tabellare contenente un elenco di riferimenti telefonici di medici specialisti delle strutture ospedaliere e delle strutture poliambulatoriali distrettuali, che avevano dato la loro disponibilità per un eventuale contatto telefonico, nel caso un collega ritenesse opportuno un confronto diretto su singoli casi clinici.

L'elenco è in ordine di disciplina specialistica e di giorno della settimana. Ogni riga contiene i riferimenti telefonici, gli orari e le indicazioni su chi risponde al telefono. Le modalità di risposta sono principalmente due: 1) risposta diretta da parte dello specialista, 2) presa in carico della richiesta con contatto successivo (in tal caso il collega che chiama deve lasciare un riferimento telefonico per essere ricontattato). In alcuni casi è possibile utilizzare indirizzi di gruppo di posta elettronica, già attivi per alcune Unità Operative ospedaliere.

Per le inevitabili integrazioni di disponibilità di ulteriori servizi e modifiche di orario è stato attuato un programma di aggiornamento definito del documento stesso.

È stata fatta in itinere una valutazione del servizio offerto, che è stato valutato molto positivamente da entrambe le realtà coinvolte: l’aver sviluppato in condizioni di emergenza una metodologia di relazioni curative garantite nei tempi e nei modi di risposta ha dimostrato che con un poco di buona volontà tante difficoltà pregresse di relazione sono superabili. Rimane comunque da meglio approfondire la modalità procedurale corretta dai punti di vista deontologico e medico legale di come garantire da entrambe le parti che la consulenza telefonica (o per immagini per ora prevalentemente telefoniche) lasci una traccia che garantisca entrambi gli attori. Tutti comunque ritengono che l’apertura obbligata a forme sempre maggiori e più ampie di consulenza a distanza possa essere utile anche per garantire una migliore continuità e integrazione di cure.