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Giuseppe Ragnatela

Giuseppe Ragnatela

L’Italia è un Paese per le donne e le mamme?

E' la Scandinavia il paese 'ideale' per le donne e le mamme. E' quanto rivela il 14esimo rapporto di “Save the Children” sullo Stato delle madri nel mondo,che colloca al primo posto Finlandia, Svezia e Norvegia . L'analisi e stata realizzata in occasione della Festa della mamma e si basa sui dati  raccolti in 176 Paesi e sull’analisi di cinque indicatori: salute materna e rischio di morte per parto, benessere dei bambini e tasso di mortalita' entro i 5 anni, grado di istruzione, condizioni economiche e Pil procapite, infine partecipazione politica delle donne al governo.
I dati evidenziano le enormi disparità tra i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo. Per quanto riguarda l’Italia, il rapporto riporta quest’anno il nostro Paese  al 17°posto.

Positivi i dati su salute delle mamme e dei bambini:il tasso di mortalità femminile per cause legate a gravidanze e parto è pari a 1 ogni 20.300,la mortalità infantile entro i 5 anni è pari a 3,7 ogni 1000 nati vivi. Abbastanza alto è il livello di istruzione delle donne pari a 16 anni di formazione scolastica; ancora scarsa è la percentuale media di partecipazione politica nonostante un deciso incremento in occasione delle ultime politiche.

I dati confortanti pubblicati da “Save the Children” contrastano con un’ inchiesta pubblicata  dal quotidiano “La Repubblica”.

Le donne italiane partoriscono sempre più tardi. Negli ultimi anni l’età media al momento parto è aumentata notevolmente passando dai 29,1 anni del 1991 ai 31,4 anni nel 2011 con punte di 31,8 nelle regioni del centro. Molto incide la crisi economica: per mantenere un figlio servono soldi, ma per guadagnare soldi bisogna avere un lavoro.

Avere un figlio è sicuramente una risorsa, sia dal punto di vista umano che sociale ma, per una donna che lavora o che sta cercando un lavoro, può trasformarsi in un handicap. Le mamme che lavorano,nella maggioranza dei casi, sono  costantemente discriminate e messe in difficoltà.  L’assenza di strutture dedicate sui luoghi di lavoro,l’alto costo degli asili privati,la rigidità degli orari di lavoro,le malattie del bambino, costringono le mamme lavoratrici ad estenuanti equilibrismi tra lavoro e famiglia.

La conciliazione tra lavoro e famiglia non può essere un problema esclusivo dell'individuo, ma deve essere presa in carico dalla società, dal mercato del lavoro e dallo Stato. Sono necessarie politiche che aiutino ciascun individuo nel difficile compito di conciliare obblighi professionali senza trascurare quelli familiari in un contesto sociale in cui le reti familiari sono spesso inesistenti.