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La BPD è la più comune complicanza cronica della nascita prematura ed è associata a un aumento del rischio di mortalità, nonché a morbilità a lungo termine dello sviluppo neurologico e respiratorio. Nonostante la diminuzione dell'incidenza di altre patologie neonatali, l'incidenza della BPD rimane costante tra il 30% e il 60%.

In base ai dati italiani ogni pediatra di famiglia potrebbe avere circa 8-10 bambini nati VLBW fra i propri assistiti. Pertanto, è opportuno occuparsi di tale problematica, non solo per poter predisporre tutto il necessario per garantire la migliore assistenza possibile al piccolo paziente, ma anche per poter essere di aiuto alla famiglia nel lungo percorso e nelle diverse scelte che questa si troverà ad affrontare.

Come scritto nel documento intersocietario SIMRI-SICuPP  Follow-up del bambino con displasia broncopolmonare, i più importanti problemi clinici che possono incontrarsi sono la persistenza del quadro disventilatorio ostruttivo, e l’ipertensione polmonare con tutte le complicazioni secondarie.

Il documento offriva anche dei piani e schemi di follow-up con un calendario indicativo con indicazioni pratiche sia dal punto di vista clinico che laboratoristico e strumentale, con l’intento di facilitare ed uniformare l’assistenza a questa delicata popolazione di pazienti. La prevista valutazione neuroevolutiva aveva come obiettivo la identificazione precoce, già alla dimissione ospedaliera o nei primi mesi di vita, di alterazioni dello sviluppo neuro e psico-motorio, al fine di attuare eventuali interventi riabilitativi mirati: una attenzione precoce.

Questo studio osservazionale su bambini in età scolare con BPD intende valutare la qualità di vita correlata alla salute (HRQOL, che è un parametro utilizzato per misurare il modo in cui la salute influisce su come ci si sente a livello fisico, psichico ed emotivo) dei bambini in età scolare affetti da displasia broncopolmonare (BPD) utilizzando gli strumenti di valutazione standardizzati Patient-Reported Outcomes Measurement Information System (PROMIS).

L'età media degli ottantanove soggetti arruolati nello studio era di 9 (±2) anni e il 43% era di sesso femminile. I giorni medi di supporto respiratorio sono stati 96 (±40). In tutti i domini, i bambini in età scolare con BPD hanno riportato risultati simili o leggermente migliori rispetto al campione di riferimento. Sono stati riscontrati risultati statisticamente significativi di punteggi più bassi di depressione (P < .0001), affaticamento (P < .0001) e dolore (P < .0001). Non ci sono state differenze nei domini delle esperienze di stress psicologico (P = .87), della salute globale (P = .06), dell'ansia (P = .08), delle relazioni (P = .80) e della mobilità (P = .59).

Cosa possiamo quindi portarci a casa da questo studio, ovviamente da convalidare su un campione più ampio di pazienti e in realtà diverse, anche al fine di poter offrire rassicurazioni sia a noi pediatri di famiglia sia ai genitori? I bambini in età scolare con BPD sembrano avere addirittura una minore HRQL di depressione, fatica e dolore rispetto alla popolazione generale, e una situazione equivalente negli altri ambiti esaminati, malgrado la frequente necessità di interventi diagnostico/terapeutici. Un invito quindi ai genitori a cercare, o continuare, di far vivere la vita dei loro figli in un clima sereno.

Pier Luigi Tucci

 

Health-Related Qualities of Life in School-Aged Children with Bronchopulmonary Dysplasia

Gabriella Sierra, et al.

https://doi.org/10.1016/j.jpeds.2023.113548