Le malattie infettive continuano a rappresentare un onere globale significativo, con alti tassi di morbilità che persistono nonostante i progressi degli ultimi decenni. Secondo le stime annuali dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel mondo si registrano tra i 300 e i 500 milioni di casi di malaria, 333 milioni di casi di malattie a trasmissione sessuale (tra cui sifilide, gonorrea, clamidia e tricomoniasi), 33 milioni di persone affette da HIV/AIDS e 14 milioni di nuove infezioni da HIV all'anno. Inoltre, la tubercolosi colpisce 1,1 milioni di persone e ogni anno si registrano dai 3 ai 5 milioni di casi di colera. Queste cifre, insieme a numerose altre malattie infettive, evidenziano la sfida sostanziale e continua che rappresentano per la salute globale.
Il conflitto tra Israele e Gaza, non solo ha causato decine di migliaia di morti e feriti, ma ha cancellato le infrastrutture essenziali di Gaza, tra cui edifici, università, istituzioni, sistemi fognari, reti elettriche e idriche e strutture sanitarie. Il conflitto ha sfollato centinaia di migliaia di persone in aree costiere anguste, che vivono in tende di nylon di fortuna senza accesso ai servizi di base. L'assenza di servizi igienici e l'accumulo di rifiuti tra le tende, aggravati da un rigido blocco, hanno lasciato queste comunità prive di strutture di pulizia adeguate. Il grave sovraffollamento, la mancanza di sistemi fognari e di acqua potabile hanno creato una tempesta perfetta per la diffusione di malattie infettive, ulteriormente aggravata da insetti portatori di malattie e dalla totale mancanza di servizi sanitari, di pronto soccorso e di statistiche accurate sulle infezioni. La combinazione di sovraffollamento, scarse condizioni igieniche e mancanza di beni di prima necessità ha contribuito all'insorgere di numerose malattie infettive tra gli sfollati. A causa dei fattori menzionati, numerose malattie infettive sono diventate prevalenti a Gaza durante la guerra in corso: le più importanti sono le malattie diarroiche, le infezioni respiratorie, la scabbia e i pidocchi, la varicella, il morbillo, la meningite, l'epatite virale acuta, la diarrea sanguinolenta e l'ittero.
Questo studio si propone di far luce sulle cinque malattie infettive più critiche che colpiscono questa popolazione, esplorando le cause alla base della loro diffusione, fornendo una panoramica concisa di ciascuna malattia, e raccomandando diverse misure essenziali per ridurne l’impatto.
Vi riportiamo ad esempio le considerazioni sulla scabbia, rimandando alla vostra personale lettura gli approfondimenti riguardanti la varicella, le malattie diarroiche, l’epatite A, e le ifezioni respiratorie.
Scabbia a Gaza
La scabbia è un problema di salute pubblica molto diffuso in Cisgiordania e nei Territori palestinesi, con gli individui di età inferiore ai 20 anni particolarmente vulnerabili. Dal 2005 al 2010, l'incidenza media annuale della scabbia in Cisgiordania è stata di 17 casi ogni 100.000 persone. con tre epidemie di scabbia in Palestina negli ultimi 12 anni, con l'epidemia più grave legata alla guerra nella Striscia di Gaza nel 2014. Il numero totale di casi di infezione parassitaria nei territori palestinesi negli ultimi dieci anni ha raggiunto 137.106, con 92.494 (67%) nella Striscia di Gaza e 44.612 (33%) in Cisgiordania. Tra questi, 8.665 casi di scabbia, di cui 4.027 in Cisgiordania e 4.638 a Gaza. La maggiore prevalenza della scabbia a Gaza rispetto alla Cisgiordania è attribuita a fattori quali gli alti livelli di povertà, la scarsa igiene personale, l'accesso limitato all'acqua potabile, l'affollamento e la sovrappopolazione, oltre all'inadeguatezza dei sistemi sanitari. Tutti questi problemi sono stati esacerbati dalle ripetute guerre e dall'assedio su Gaza. Nel corso del conflitto in corso, sono stati registrati oltre 96.400 casi di scabbia e pidocchi, pari a più di un individuo su dieci che ne soffre.
Questi dati confermano che la scabbia è una malattia infettiva importante che si diffonde frequentemente in tempo di guerra, ed è allarmante il fatto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità abbia riportato 12.635 casi di eruzioni cutanee all'8 novembre 2023, appena un mese dopo l'inizio della guerra, considerando che in quel periodo il numero di sfollati era significativamente inferiore, con conseguente minore sovraffollamento.
Ma ricordiamoci anche che la scabbia è una delle malattie della pelle più comuni e diffuse a livello globale; nel 2015 si stimava che colpisse circa 204 milioni di persone in tutto il mondo, con un aumento rilevante della sua prevalenza dal 2010 (100,6 milioni). In particolare, la scabbia è responsabile dello 0,21% degli anni di vita corretti per la disabilità (DALY) a livello globale. Gli sforzi di prevenzione comprendono la somministrazione di cure mediche e l'interruzione della catena di trasmissione dell'infezione. L'eliminazione della fonte e l'accurata disinfezione degli strumenti sono passi essenziali. È molto utile coinvolgere il personale non medico, come gli educatori, il personale e i genitori, in collaborazione con gli operatori sanitari locali. Infatti gli sforzi di collaborazione tra i pazienti, le loro famiglie, gli operatori sanitari e il personale non medico riduce significativamente la diffusione della scabbia, migliorando in ultima analisi la qualità della vita del paziente.
Pier Luigi Tucci
Top Five Infectious Disease Outbreaks among Displaced Populations during the Gaza Conflict 2023-2024: A Comprehensive Review
Zuhair Dardona, et al