Il rachitismo nutrizionale è una delle cause più comuni di malattia ossea pediatrica a livello globale, e la carenza di vitamina D è la sua causa principale in tutto il mondo, in particolare nei neonati. L'elevata richiesta metabolica di calcio derivante dalla rapida crescita durante l'infanzia può portare a presentazioni acute di rachitismo con ipocalcemia prima della comparsa di altri segni clinici o radiologici.
Lo stato di vitamina D prenatale materno è il determinante primario dello stato di vitamina D del neonato. Infatti la 25-idrossivitamina D (25(OH)D), il principale metabolita circolante della vitamina D, attraversa la placenta in modo tale che le concentrazioni nel sangue del cordone sono altamente correlate con valori materni a termine. Ma l’influenza dello stato vitaminico D prenatale materno sulle riserve di vitamina D del neonato diminuisce entro i 2 mesi di età e i neonati diventano dipendenti da altre fonti di vitamina D. Nello studio Maternal Vitamin D for Infant Growth (MDIG) è stato osservato un effetto dose-risposta dell'integrazione prenatale di vitamina D sulle concentrazioni di vitamina D nel sangue cordonale e nel sangue dei neonati fino a 3 mesi di età. Poiché il latte materno è una scarsa fonte di vitamina D se una madre che allatta ha un apporto/stato di vitamina D inadeguato, l’allattamento al seno prolungato senza integrazione di vitamina D è una causa importante di carenza di vitamina D nei neonati. E’ pertanto plausibile che l’integrazione materna di vitamina D nel periodo prenatale e postpartum possa ridurre il rischio di rachitismo infantile favorendo l’accumulo di calcio nel feto, la dotazione di vitamina D neonatale e la vitamina D infantile assunta tramite il latte materno. Sempre lo studio MDIG ha dimostrato che la continua integrazione materna dopo il parto (28.000 UI/settimana) ha mantenuto le concentrazioni di 25(OH)D nel neonato pari o superiore a 30 nmol/L fino a 6 mesi di età.
Non sono stati pubblicati studi che esaminino l’integrazione prenatale da sola o in combinazione con l’integrazione postpartum, che sarebbero particolarmente rilevanti per molti paesi a basso e medio reddito dove vi è un elevato carico di carenza di vitamina D sia tra le donne in età fertile che tra i neonati e dove l’integrazione di vitamina D nei neonati non è una pratica di routine. Questo studio vuole stimare l'effetto di una serie di dosi di integrazione materna di vitamina D durante la gravidanza e di un'integrazione continuata durante l'allattamento, rispetto al placebo, sul rischio di rachitismo biochimico infantile dai 6 ai 12 mesi di età in Bangladesh.
1.300 donne incinte sono state randomizzate in 5 gruppi: placebo o vitamina D 4.200 UI/settimana, 16.800 UI/settimana o 28.000 UI/settimana dal secondo trimestre al parto e placebo fino a 6 mesi dopo il parto; o 28.000 UI/settimana nel periodo prenatale e fino a 6 mesi dopo il parto. I neonati sono stati sottoposti a screening biochimico per il rachitismo dai 6 ai 12 mesi di età (n = 790). Per ciascun gruppo rispetto al placebo sono stati stimati i rischi relativi (RR) e gli intervalli di confidenza al 95% (IC al 95%) di rachitismo biochimico. Complessivamente, 39/790 (4,9%) neonati presentavano rachitismo biochimico. La prevalenza è stata più alta nel gruppo placebo (7,8%) e il rischio era significativamente più basso tra i neonati le cui madri avevano ricevuto una combinazione di vitamina D prenatale e postpartum a 28.000 UI/settimana I rischi tra i neonati le cui madri hanno ricevuto solo integrazione prenatale (4.200 UI, 16.800 UI, 28.000 UI a settimana) non erano significativamente diversi rispetto al placebo: 3,8%, 5,8% e 5,7% rispettivamente.
L'integrazione materna di vitamina D (28.000 UI/settimana) durante il terzo trimestre di gravidanza fino a 6 mesi dopo il parto ha ridotto il rischio di rachitismo biochimico infantile, che quindi può essere un’alternativa all’integrazione diretta infantile per la prevenzione del rachitismo, anche se sono necessarie ulteriori ricerche per definire il dosaggio ottimale dell’integrazione postpartum durante l’allattamento.
Maternal Vitamin D Supplementation and Infantile Rickets: Secondary Analysis of a Randomized Trial
Maria-Elena Lautatzis, et al.