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Prove prima di questo studio

La valutazione delle infezioni batteriche invasive o gravi dei neonati febbrili di età inferiore a 90 giorni ha sempre rappresentato una sfida.

La pratica internazionale si sta evolvendo da un approccio “tratta tutto” verso l’identificazione sicura, e questo richiede un maggior numero di test. I biomarcatori finora utilizzati per aiutare il processo decisionale sono stati la procalcitonina e la proteina C-reattiva.

Le prove fatte finora suggeriscono che la procalcitonina ha prestazioni migliori della proteina C-reattiva. Tuttavia, la procalcitonina, non è universalmente disponibile.  e rimane poco chiaro se la proteina C-reattiva possiede la necessaria accuratezza da poter sostituire la procalcitonina nella valutazione sequenziale del neonato febbrile.

Questa incertezza costituisce un ostacolo all’adozione di linee guida basate sulla valutazione sequenziale in contesti in cui la procalcitonina non è disponibile.

L'unica revisione sistematica precedente sull'accuratezza del test della procalcitonina è stata pubblicata nel 2014 e includeva 2.317 neonati provenienti da sette studi. In quella recensione, gli autori hanno riferito che la pro calcitonina. ad una concentrazione maggiore superiori a 0,3 ng/mL, erano associata a un rischio relativo di grave infezione batterica di 3·97 (IC 95% 3·41–4·62). Nessun confronto è stato prodotto con la proteina C-reattiva, i dati erano limitati ai casi gravi di infezione batterica e gli autori non hanno segnalato sensibilità, specificità o area sotto i valori della curva.

 

Valore aggiunto di questo studio

Questo studio rappresenta l’unica revisione sistematica e metaanalisi per confrontare direttamente l'accuratezza diagnostica di procalcitonina e proteina C-reattiva nei neonati febbrili, età 90 giorni, che si presentano al pronto soccorso. I risultati. valutati nei 7755 neonati febbrili presentatisi, mostrano che la procalcitonina ha un’accuratezza superiore alla proteina C-reattiva. Il valore di cut-off ottimale per la procalcitonina è approssimativamente 0,5 ng/mL, mentre il valore limite ottimale per la proteina C-reattiva è di circa 15 mg/l.

 

Implicazioni di tutte le prove disponibili

Numerose linee guida di pratica clinica raccomandano l’uso della procalcitonina nella valutazione dei neonati febbrili che si presentano al pronto soccorso. In contesti senza procalcitonina, si teme che la proteina C-reattiva sia priva di accuratezza del test diagnostico necessario da utilizzare al posto di procalcitonina.

I risultati di questa revisione sistematica e la meta-analisi indicano che la procalcitonina ha una migliore accuratezza diagnostica per l’identificazione di infezioni batteriche invasive nei neonati febbrili rispetto alla proteina C-reattiva.

Considerando l'importanza delle infezioni batteriche invasive nei neonati febbrili, questi risultati suggeriscono che, senza la disponibilità della procalcitonina, la proteina C-reattiva può essere usata, ma con cautela. Quando la proteina C-reattiva è l'unico biomarcatore disponibile, il valore limite da prendere in considerazione per valore normale deve essere quello di 15 mg/L, piuttosto che il valore limite di 20 mg/L attualmente consigliato.

Gaetano Bottaro

 

Diagnostic test accuracy of procalcitonin and C-reactive protein for predicting invasive and serious bacterial infections in young febrile infants: a systematic review and meta-analysis

Hannah Norman-Bruce, et al.

Lancet Child Adolesc Health 2024;8:358–68