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Il ruolo dell’allattamento al seno nella prevenzione di numerose condizioni morbose è ben noto. Leggere che esso possa avere un ruolo anche nella  prevenzione dello sviluppo di tumori, soprattutto di quelli ematologici tra i quali in pediatria la leucemia linfoblastica acuta (LLA) è sorprendente e conferma il prezioso strumento che il pediatra di famiglia ha quotidianamente nelle proprie mani.

 

Cosa è stato trovato

In questo studio prospettico “register based”, condotto in Danimarca su 309.473 bambini, gli Autori hanno dimostrato che coloro che erano stati allattati al seno in maniera esclusiva per almeno 3 mesi, avevano sviluppato LLA significativamente meno rispetto a coloro che non erano stati allattati al seno o che avevano ricevuto latte materno per meno di tre mesi.

Questo dato aumenta ulteriormente la nostra responsabilità di pediatri di famiglia (se ancora ce ne fosse bisogno) di implementare sempre e con tutti i mezzi l’allattamento al seno.

 

Come è stato condotto lo studio

Sono stati arruolati nello studio tutti i nuovi nati in Danimarca dal gennaio 2005 al dicembre 2018. L’arruolamento è avvenuto attraverso l’utilizzo del Sistema di Registrazione Civile Danese. Inoltre, utilizzando il codice che ciascun individuo che vive in Danimarca possiede (una sorta di codice fiscale), è stato possibile collegarsi a diversi registri danesi per ottenere informazioni sulle caratteristiche del parto, sul livello di istruzione materno, sull’allattamento al seno ricevuto e sull’ insorgenza di tumori.

I bambini sono stati seguiti dall’età di 1 anno fino al verificarsi del primo di questi eventi: diagnosi di cancro, perdita al follow-up, cambio di residenza, morte, raggiungimento dell’età di 15 anni, 31 dicembre 2020.

L’allattamento esclusivo al seno è stato definito come la condizione nella quale il bambino assumeva dalla nascita solo il latte materno con eventuale aggiunta di acqua e/o al massimo, un pasto di latte artificiale alla settimana. 

 

Commenti

In Europa 1 su 350 bambini riceve diagnosi di tumore prima dei 15 anni. Almeno il 10% dei tumori in età pediatrica sono da ricondurre a mutazioni della linea germinale e, nella maggior parte di essi, l’etiologia rimane oscura. Pertanto, al momento, non esiste una prevenzione definita.

Questo lavoro, che in parte conferma alcuni dati esistenti già in letteratura, consente di mettere a fuoco una misura preventiva già quotidianamente presente nelle mani del pediatra di famiglia.

Secondo gli Autori, le motivazioni da ascrivere al ruolo preventivo del latte materno per  le LLA sarebbero riconducibili alla sua capacità di ridurre il rischio di infezioni e di contribuire allo sviluppo di un microbiota intestinale benefico, fondamentale per la maturazione e per il normale funzionamento del sistema immunitario.

La forza di tale studio è derivata dalla numerosità campionaria resa possibile dal facile accesso a molti dati regolarmente registrati nei database sanitari della Danimarca.

La metodologia di questo lavoro dovrebbe essere di stimolo per l’Italia e per la pediatria di famiglia italiana a creare dei registri di dati nazionali (bilanci di salute?) che rappresenterebbero una fonte importante di materiale di studio pediatrico.

Oggi abbiamo una spinta in più per motivare una mamma ad allattare: la possibilità di prevenire la neoplasia più comune nell’infanzia. Ancora troppo pochi, infatti, sono gli atti concreti da mettere in pratica per evitare l’abbandono precoce dell’allattamento al seno. 

Raffaella de Franchis

 

Exclusive Breastfeeding Duration and Risk of Childhood Cancers

Signe Holst Søegaard 

JAMA Netw Open. 2024;7:e243115.