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Teresa Cazzato a cura di Teresa Cazzato

L’11 Luglio 2016 è stato abrogato il Decreto Appropriatezza emanato il 21 Gennaio 2016, e limitato ad un numero di prestazioni sottoposte a determinate condizioni di erogabilità, da 200 a circa 40; le condizioni di erogabilità sono state circoscritte ai test genetici e ad alcune prestazioni di medicina nucleare. Si è lasciata la scelta della prescrizione all’autonomia del medico, prescrizione che comunque dovrà essere aderente alle evidenze scientifiche.

Nel campo della prescrizione specialistica dei farmaci è applicabile lo stesso concetto. Ogni anno viene pubblicato il rapporto OsMED (Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali) istituito con la Legge finanziaria 448 del 23 dicembre 1998, che ha come finalità principali:

  • sviluppare e validare i meccanismi di raccolta, analisi ed interpretazione dei dati di uso dei farmaci in Italia
  • descrivere i cambiamenti nell’uso dei farmaci
  • correlare problemi di sanità pubblica e uso di farmaci o categorie terapeutiche
  • favorire la diffusione dell’informazione sull’uso dei farmaci
  • confrontare il consumo dei farmaci in Italia con quello di altri Paesi
  • contribuire alle iniziative per promuovere un migliore uso dei farmaci
  • chiarire il profilo beneficio-rischio dei farmaci mettendo in collegamento le informazioni sulle reazioni avverse con quelle sui livelli d’uso dei farmaci nella popolazione.

Il rapporto OSMED 2016 ha registrato una forte crescita della spesa annuale per farmaci (+8,6%). Tra le Regioni, il Lazio è in prima posizione per maggior consumo (1.248,9 dosi ogni 1.000 abitanti/die), seguito dalla Puglia (1.235,7 DDD/1000 ab. die) e dalla Sardegna (1.219,2 DDD/1000ab. die).

Tra le categorie di farmaci, quelli per il sistema cardiovascolare sono ancora una volta al primo posto tra i consumi degli italiani, al secondo posto si trovano i farmaci per l’apparato gastrointestinale e del metabolismo, seguiti dai farmaci del sangue e degli organi emopoietici.

L’inappropriatezza nella prescrizione di antibiotici resta alta (>30%) nonostante il consumo in calo rispetto all’anno precedente del 3,2%.

C’è una grande variabilità di consumi tra le regioni, il consumo più basso lo ha registrato la Provincia autonoma di Bolzano, seguita dalla Liguria, Friuli Venezia Giulia e Veneto mentre il consumo più alto lo ha riportato la Campania seguita da Puglia, Calabria edAbruzzo.

Per quanto riguarda il dato che più ci coinvolge come area pediatrica, cioè l’uso dei farmaci in età pediatrica, le categorie maggiormente prescritte sono quelle dei farmaci per l’apparato respiratorio (35,6%) seguiti dai farmaci per l’apparato gastrointestinale (25,5%).

Tra i principi attivi maggiormente prescritti, poco meno della metà sono quelli per l’apparato respiratorio (13), al secondo posto gli antimicrobici (6).

A questo punto si possono fare alcune considerazioni: quanti farmaci sono necessari per curare i bambini per le patologie di cui spesso sono affetti nel quotidiano ? vi è un’evidenza dimostrata per il loro uso? quanta e quale formazione si fa in questo campo? quali fattori incidono sull’indicatore prescrizione da parte del medico /pediatra ? qual è lo stato dell’arte  degli studi sui farmaci in età pediatrica nell’ambito della sperimentazione e dell’appropriatezza alla luce delle recenti disposizioni?

Si dovrebbe approfondire l’area dell’efficacia dei farmaci, delle linee guida e della loro applicabilità , fare audit sistematicamente, confrontarsi ogni giorno ecc.
Per quanto riguarda la sperimentazione dei farmaci in pediatria ,prima dell’introduzione del “Regolamento Europeo relativo ai medicinali per uso pediatrico” del 26 Gennaio 2007, allo scopo di tutelare la salute della popolazione pediatrica, alcuni studi pubblicati avevano evidenziato che più del 50% dei farmaci impiegati nei bambini non erano stati studiati per questo target, esponendo gli stessi a notevoli rischi per la salute e ad una minore efficacia a causa di un dosaggio inadeguato.

Il report della Commissione europea pubblicato nel 2013 ha evidenziato che negli anni successivi alla ratifica del regolamento vi è stato un aumento della quota degli studi clinici condotti tra la popolazione pediatrica rispetto al numero totale di studi (7% nel 2007; 9% nel 2012) e un’importante crescita nel 2012 rispetto al 2007 nel numero di bambini arruolati negli studi (da 313 a 39.895). Naturalmente è chiaro che molto lavoro c’è ancora da fare a livello Istituzionale, ma sarebbe auspicabile anche una maggiore adesione da parte della categoria dei pediatri nel partecipare attivamente a questi studi e una maggiore propensione all’aggiornamento e la formazione relativamente a questi temi, nell’ottica del miglioramento della salute del bambino e dell’appropriatezza prescrittiva.

Partecipare ad una ricerca, ad uno studio significa imparare facendo, è l’apice della formazione!

http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=41512

http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/rapporti-osmed-luso-dei-farmaci-italia

http://www.adnkronos.com/salute/farmaceutica/2016/06/21/cresce-spesa-per-farmaci-euro-cittadino-nel_gzz7jhG7FeZY4gHZo8eNUO.html

http://www.repubblica.it/salute/medicina/2016/06/21/news/farmaci_cresce_spesa_quasi_due_dosi_al_giorno_a_testa-142502961/?refresh_ce

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