Editoriali

I pediatri d’Europa a difesa dei bambini migranti

L’ondata migratoria degli ultimi anni probabilmente sarà ricordata come la più numerosa della storia e certamente stiamo vivendo un evento storico epocale.  Solo nei primi sei mesi del 2015 circa 300.000 persone hanno attraversato il mediterraneo nelle condizioni più disparate possibili con un numero di morti che ormai è diventato impossibile quantificare. L’Europa tutta vive questo fenomeno in maniera disomogenea ma purtroppo pare prevalere il sentire di una sorta di paura generica di invasione che minaccia di compromettere il benessere acquisito e consolidato del nostro vecchio continente. Di fatto siamo di fronte a uomini donne e soprattutto bambini che, per fuggire da una situazione ambientale diventata invivibile, per le guerre e la povertà estrema, affronta ogni sorta di pericoli per approdare in Europa dove spera di costruire un futuro più umano per se e la propria famiglia anche a costo di metterne a repentaglio la stessa vita. Le valutazioni storiche e socioeconomiche parlano in realtà del fatto che la presenza degli immigrati potrà costituire una grande e preziosa risorsa in termini economici e demografici soprattutto laddove, come in Italia, l’indice di fertilità è al disotto della soglia minima per l’omeostasi della popolazione.
In queste pagine però vogliamo parlare solo da pediatri, e da pediatri di famiglia che si occupano della salute del bambino in tutte le componenti.

Come recita la Convenzione dei diritti del fanciullo di New York (1989) ogni bambino per il solo fatto di essere bambino ha diritto a tutte le tutele possibili senza discriminazione alcuna, non possiamo quindi non farci carico di tutti questi minori che arrivano nel nostro territorio e non sentirci responsabili  della loro salute, anche se dal punto di vista normativo nessuno ci carica  di incombenze specifiche.  Un editoriale del Lancet  (www.thelancet.com Vol. 386 September 12, 2015)  link   raffronta la situazione attuale a quanto avvenne nella Conferenza Internazionale tenutasi a Evian, in Francia  nel 1938 immediatamente prima che si consumasse la Shoà: era stata prospettata la possibilità di accogliere gli ebrei fuori dalla Germania, purtroppo le grandi nazioni   risposero  in maniera negativa  e accadde l’orrore che tutti conosciamo. Gli stessi editorialisti del Lancet affermano con forza  che tutti gli operatori sanitari hanno il dovere morale di occuparsi dello stato di salute dei migranti e dei bambini in particolare.
L’Associazione dei Pediatri delle cure primarie ungheresi link  ha risposto in prima persona ai bisogni di salute della popolazione che cerca di attraversare la loro nazione scontrandosi con veti statali che ostacolano in tutti modi possibili, leciti e no. I nostri colleghi ungheresi hanno costituito una sorta di task force di  volontari chiedendo aiuto  a tutta la popolazione civile per realizzare degli Ambulatori per assistere i bambini che si trovano in stato di salute precario; avendo verificato che bisognosi erano anche i giovani adulti si sono fatti promotori per coinvolgere altre branche mediche specialistiche ricevendo una generosa risposta a tutti i livelli.
E’  necessario tenere alta l’attenzione su quanto sta avvenendo, rispondendo con senso di responsabilità e generosità ai bisogni di questi nuovi bambini che ci troveremo a gestire e che talvolta dovremo anche andare a cercare, perché aldilà dell’ondata emotiva e di ogni facile pietismo, abbiamo chiaro che certe immagini che pure ci addolorano si dissolvono nella memoria, ma i bambini che dovremo aiutare a crescere sono singole vite con il pieno diritto di realizzarsi al meglio delle loro possibilità e che potenzialmente saranno gli italiani adulti di domani.   
La European Academy of Paediatrics  ha  inviato questi documenti ai Delegati Nazionali e ai Presidenti delle Societa’ Pediatriche Nazionali e Subspecialistiche Europee, rappresentate in EAP, confermando il proprio attivo sostegno per una assistenza sanitaria senza confini e barriere, equa e solidale, ricordando  che il principio base indicato in The Lancet che “ ogni bambino ha il diritto di sopravvivere” non e’ ancora dato per certo .
Di seguito potrete leggere  il documento  dei Pediatri delle Cure Primarie ungheresi in merito agli interventi della loro Associazione a favore dei bambini migranti che si trovano anche di passaggio nel loro paese e  l’editoriale di The Lancet .
Documento
Lancet