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Teresa CazzatoIl 19 Maggio 2013 è stata la Nona Giornata Nazionale del naso rosso nelle piazze d’Italia o giornata della clownterapia, occasione di raccolta fondi per aiutare tanti bambini ad affrontare uno stato di malattia.
La clownterapia si è diffusa a partire dagli anni ’90 principalmente negli ospedali pediatrici ma utilizzata in seguito anche con gli adulti. Il termine clownterapia è composto dall’unione di due parole chiave, clown + terapia con cui si definisce un tipo di assistenza in ambiente sanitario: vengono applicate un insieme di tecniche derivate dal circo e dal teatro di strada in contesti di disagio come gli ospedali, gli orfanatrofi, case famiglia, centri di accoglienza, ecc..
Una clownterapia ante litteram veniva applicata da Angelo Paoli (1642-1720), sacerdote carmelitano italiano beatificato nel 2010 anche per le sue molteplici attività caritative: si travestiva da buffone e si truccava per far sorridere i malati. L’ideatore invece nell’era moderna è il famoso medico clown Hunter Adams noto come Patch Adams che nel 1983 in Virginia ha realizzato un “rivoluzionario” ospedale nel quale i pazienti vengono circondati da un mondo bizzarro e ironico, all’insegna del buon umore e della risata, detto Istituto Gesundheit. E’ nata così la gelotologia dal greco gelos = riso e logos = scienza, nuova disciplina che studia in modo metodico la risata, il buon umore e il pensiero positivo rispetto alle loro potenzialità terapeutiche.


E’ una scienza che costituisce un ponte tra la biologia, la psicologia, l’antropologia, la medicina. Ridere attiva tutte le parti del corpo umano, il cuore e la respirazione accelerano i loro ritmi, la pressione arteriosa diminuisce ed i muscoli si rilassano; tanto più la risata è esplosiva e spontanea, tanto più diminuisce la tensione e si manifesta una sensazione di liberazione che coinvolge tutti gli organi e le funzioni corporee. Il buon umore, oltre a liberare dalle tensioni e dalle paure, provoca delle modifiche a livello biologico, ad esempio la diminuzione degli “ormoni da stress” e l’incremento delle molecole come le beta endorfine che hanno un’azione analgesica. E’ ormai provato che il buon umore e la fiducia rafforzano l’organismo aumentando le difese immunitarie, mentre stati depressivi favoriscono l’insorgere di malattie. L’allegria e la risata rendono il percorso terapeutico e quindi il ricovero, più sopportabile in particolare per i bambini che accettano con più tranquillità, meno diffidenza, meno paure l’ambiente ospedaliero. Dai primi anni ’80 dagli USA, la clownterapia si è diffusa in molte altre nazioni compresa l’Italia dove in vari ospedali lavorano i dottori clown. Non sempre i clown fanno parte del personale medico o paramedico ma appartengono ad associazioni di volontariato. Importante è il travestimento da pagliaccio ed il ricorso alla mimica ed al linguaggio tipico del clown. Vi è una diffusione di tale pratica per cui si realizzano corsi ad hoc di clownterapia per il personale medico-infermieristico o minibiblioteche comiche itineranti. Lo stesso Patch Adams ha affermato che “una risata può avere lo stesso effetto di un antidolorifico: entrambi agiscono sul sistema nervoso anestetizzandolo e convincendo il paziente che il dolore non ci sia.” Oggi Patch Adams è noto al grande pubblico grazie al successo cinematografico di Robin Williams per cui la clownterapia non è più una novità  e si può dire che può avere effetto positivo e terapeutico donando a tanti bambini che soffrono attimi di gioia e serenità.