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Quelli che si "curano" via internet: una pratica in crescita in Italia

di VALERIA PINI

Due terzi degli utenti italiani del web cercano online informazioni sui farmaci, ma quasi la metà si spinge fino a farsi l'autodiagnosi col rischio di trovarsi malattie inesistenti o di sottovalutare i sintomi di altre. I consigli dei medici per un uso "giusto" di ciò che si trova in Rete.
Il vaccino contro l'influenza, un farmaco per il mal di testa o l'ultima ricerca scientifica per combattere il tumore. Se per avere una risposta dal medico, bisogna prenotare la visita e a volte aspettare giorni, su internet bastano un clic e pochi minuti.

Gli italiani divorano le informazioni sulla salute on line: otto utenti del web su dieci si affidano alla rete per cercare informazioni, mentre uno su due naviga per l'autodiagnosi. Ma tutto questo cercare nomi di malattie o farmaci sui motori di ricerca ha qualche controindicazione: tre persone su quattro non controllano l'attendibilità delle fonti, rischiando così di trovare in contenuti poco affidabili.

 



I dati emergono dal Bupa Health Pulse 2010, la ricerca internazionale della London School of Economics sui servizi sanitari. L'indagine ha monitorato le abitudini degli internauti di 12 paesi tra i quali l'Italia.

La febbre del web. L'Italia sembra presa dalla febbre del "Dottor internet". Il 65% dei cibernauti italiani cerca in rete informazioni sui farmaci; il 47% naviga per effettuare un'autodiagnosi; il 42% si informa su ospedali o cliniche; il 26% cerca notizie sui medici; il 13% ricorre ai social media come Facebook per commenti e domande o approfondimenti. Due terzi dei cibernauti dichiara invece di richiedere prescrizioni on line e altrettanti vorrebbero poter accedere alla cartella clinica sul web. Meno del 10% ha risposto a questionari su internet per valutare il proprio stato di salute. Quando non si sentono bene o un familiare sta male, le donne italiane consultano il web più degli uomini (83% contro 78%), ma il picco massimo di ricerche legate alla salute, indipendentemente dal sesso, si registra tra i giovani dai 25 ai 34 anni (87%). Inoltre quando si tratta di contattare il proprio medico con una email o un sms per trovare qualche informazione, i più propensi risultano gli uomini (27% contro il 21%).

Boom in Russia, Cina e India. Più degli italiani (81% di internauti), a cercare notizie sulla salute nel web sono russi, cinesi, indiani e messicani (rispettivamente al 96%, 92%, 90 e 89%). Secondo una recente ricerca del Censis, il 34% della popolazione italiana cerca notizie di medicina su siti web, senza interpellare il proprio medico (una percentuale che sul totale dei navigatori abituali, che nel 2009 erano stimati in 23 milioni, sale al 75%). Il fenomeno è in crescita. I ricercatori inglesi sono sicuri che l'interesse per questi argomenti subirà ulteriori impennate, anche con l'incremento delle vendite di smartphone e ipad previsto entro il 2012.

Informazioni non sempre affidabili. Dall'ultima dieta alla moda fino alle notizie sulle malattie rare, online si trova di tutto. Ma in giornali, blog e forum possono nascondersi insidie.  "Se online si reperiscono delle informazioni inaffidabili - ha commentato Sneh Khemka, direttore medico di 'Bupa International' - le conseguenze possono essere serie. Da una parte le persone possono sentirsi falsamente rassicurate da sintomi potenzialmente pericolosi, dall'altra un'informazione imprecisa può portare la gente a preoccuparsi per nulla".

I consigli. Tra i consigli per chi si affida alla rete, gli esperti ricordano di essere molto specifici nell'inserire le parole chiave e di scegliere scrupolosamente i siti che forniscono informazioni sulla salute. "E' sufficiente controllare che il sito che si sta consultando abbia esposto un marchio di qualità rilasciato da appositi enti certificatori, come il noto HonCode rilasciato dalla Health On the Net Foundation  -  spiega Eugenio Santoro, responsabile del laboratorio di  Informatica medica dell'Istituto Mario Negri di Milano. In assenza di tale marchio è importante controllare chi c'è dietro al sito, nella sezione 'Chi siamo', preferendo nella fase di consultazione i siti web di società scientifiche, associazioni di pazienti e organismi istituzionali; e se ogni articolo è firmato e datato. Poi è importante chiedersi se esistono possibili conflitti di interesse tra quanto indicato nei siti web e la natura della organizzazione che ci sta dietro o degli autori chiamati a redigerli. Infine - conclude Santoro - occorre fare molta attenzione alle informazioni raccolte su Facebook o su altri social network/media e applicazioni del web 2.0 come Wikipedia o i blog, poiché i loro contenuti sono frutto della collaborazione di persone che raramente hanno specifiche competenze in sanità o sono medici".

Proprio per facilitare l'individuazione di siti web medici affidabili, l'Istituto Mario Negri ha sviluppato uno strumento basato su 10 semplici quesiti, chiamato MISURASITI. Comunque, indipendentemente dagli strumenti usati per controllare le fonti, è comunque consigliabile rivolgersi al proprio medico e discutere con lui il materiale raccolto.

http://www.repubblica.it/salute/medicina/2011/01/24/news/italiani_si_curano_via_internet-11586716/